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Alfio Bardolla & Lorenzo Ait


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Milionari in 2 anni e 7 mesi: I pilastri della ricchezza.

Milionari in 2 anni e 7 mesi: I pilastri della ricchezza.


Perché leggere questo libro: Perché fa comprendere che la strada per il successo è determinata dalla mentalità giusta. Perché è di un autore già best seller in Italia e molto seguito sui Social. Perché spiega quali sono i segreti della vera ricchezza. Perché sfata alcuni miti sui ricchi. Perché utilizza termini economico-finanziari spiegandoli in modo semplice

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Gli autori intendono fornire alcuni consigli che porterebbero alla ricchezza. Partendo dal presupposto che la crisi economica condurrà alla scomparsa della classe media, gli autori sottolineano che la generazione dei trentenni del Duemila rischierà di essere meno ricca di quella precedente, vissuta ai tempi del boom economico. La ricchezza può dunque essere costruita fondando il cambiamento su cinque pilastri: ambiente, abitudini, abilità, strumenti e spiritualità.

Alfio Bardolla è il fondatore e Master Trainer della Alfio Bardolla Training Company. Riconosciuto come uno dei massimi esperti nel campo dello sviluppo personale e finanziario in Italia, è autore del best seller I soldi fanno la felicità e L’arte della ricchezza. Ha studiato con gli esperti mondiali di PNL, tra cui Richard Bandler, John Grinder e Robert Dilts. I suoi corsi sono seguiti da migliaia di persone. Lorenzo Ait, esperto di PNL (Programmazione Neuro-Linguistica), è personal coach e consulente aziendale. Ha pubblicato Idiozie geniali, Tutta colpa di Internet e con Alfio Bardolla Milionari in 2 anni e 7 mesi, un metodo rivoluzionario per affrontare il problema del precariato.


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Primo pilastro: ambiente. Gli autori sottolineano che, a causa della persistente crisi economica, si rischia di condurre una vecchiaia da povero o comunque con una pensione poco gratificante. Per evitare che questo accada, bisogna innanzitutto riuscire a cambiare la propria percezione del mondo. Il primo suggerimento è imparare ad accettare il rischio dell'investimento. Infatti è fondamentale convincersi che senza il rischio non si commette alcun errore e che, di conseguenza, sarà difficile intraprendere la strada giusta verso la ricchezza.

Programmati per essere poveri. Le convinzioni sono molto difficili da sradicare e questo vale anche per quelle assunte per tutta la vita riguardo al denaro, spesso dovute all'influenza della società, della religione o della famiglia. Le più ricorrenti:

  1. Chi si accontenta gode. È una convinzione che invita a rinunciare al rischio e ad accontentarsi di quello che già si possiede. In realtà con questa mentalità si produce quello che gli autori chiamano «massa senza soldi», costituita da persone che hanno avuto più paura di non riuscire a gestire i fallimenti piuttosto che il desiderio di realizzare i propri obiettivi;

  2. Il denaro è una cosa sporca. I soldi passano attraverso tantissime mani e ai bambini si insegna che le monete favoriscono la produzione di germi e batteri. Questa mentalità, adottata fin da quando il bambino è ancora molto piccolo, rischia di trasformarsi più in un pregiudizio culturale che in un ammonimento igienico;

  3. Il denaro è lo sterco del diavolo. In un passo della Bibbia si dice che sarebbe più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago anziché per un ricco guadagnarsi l'accesso al paradiso. Con questo ammonimento si intende dire che l'avidità e il possesso dei beni materiali sono peccati che comportano l'esclusione dal regno dei cieli. In realtà gli autori sottolineano che la «cruna dell'ago» del passo si riferisce alle porte strette delle città fortificate. Fuori di metafora, per i ricchi è più difficile attraversare queste porte perché il denaro amplifica le inclinazioni.
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Secondo pilastro: abitudini. Un’abitudine è un comportamento reiterato nel corso del tempo che si produce in seguito allo stesso stimolo. Gli autori fanno emergere la difficoltà del cambiamento, una vera e propria rottura degli schemi che in un primo momento il cervello si rifiuterà di compiere. In particolare, si suggeriscono alcune abitudini ideali da adottare per poter perseguire il cambiamento e, di conseguenza, per raggiungere la ricchezza:

  1. Redigere il proprio cash-flow mensile. Dopo aver redatto uno stato patrimoniale che indichi attività e passività, si individuano le entrate automatiche e attive nonché le uscite ricorrenti e le uscite una tantum. Le entrate automatiche dovranno essere superiori alle spese correnti;

  2. Vivere in affitto. L’acquisto di un bene immobile di proprietà comporta l’accensione di un mutuo e delle spese di manutenzione: non è un investimento vero e proprio ma una passività, salvo che la situazione finanziaria non sia già piuttosto solida;

  3. Svolgere un lavoro, non una professione. La mentalità da acquisire per la ricchezza è fare un lavoro che si svolgerebbe anche gratis. Le entrate derivano da quattro tipi di attività: dipendente (guadagno inferiore ma sicuro), libero professionista (dipendente di se stesso con libertà di gestire i propri orari), imprenditore (pagato in base ai risultati) e investitore (si prende la responsabilità dei propri fallimenti);

  4. Investire il 30% dello stipendio. Es.: acquisto di immobili per affitto o per rivendita, da valutare attraverso gli indici ROI (Return On Investment) e ROE (Return On Equity).

Gestire il tempo pianificando obiettivi. Il tempo va gestito sulla base di quattro aree fondamentali: area della dispersione (faccende non urgenti e non importanti. Es. guardare la tv), area della distrazione (attività urgenti che non sono importanti per noi. Es. pagare le bollette), area della pressione (attività che noi reputiamo importanti), area della proattività (si delegano e si anticipano i problemi). Secondo gli autori, l’equilibrio ideale consiste nel bilanciare l’area della pressione e quella della proattività. In secondo luogo, bisogna essere leader di sé stessi, e dunque indirizzarsi verso un obiettivo, che deve essere pianificato in quattro fasi chiave:

  1. Osservarsi onestamente allo specchio. Implica ammettere dove si è rispetto alle previsioni e a dove si vuole arrivare;

  2. Datevi una scadenza. I sogni non hanno una scadenza, l’obiettivo sì. Sarebbe quindi meglio fissare una scadenza anche per i sogni, superata la quale si accetterà di accantonarli per non dover continuare a gestire illusioni ingombranti;

  3. Impostate il percorso. Serve per capire se l’approccio è quello giusto e se l’obiettivo prefissato è più vicino;

  4. Continuate a muovervi. In un discorso ad alcuni neodiplomati, Winston Churchill disse: «Mai, mai, mai, mai, rinunciare!».


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I sei livelli di gestione del tempo. Gli autori sottolineano l’impossibilità di ottenere i risultati in poco tempo e come spesso il fallimento provochi una totale sfiducia e l’abbandono dell’obiettivo. In secondo luogo, si individuano sei livelli di gestione del tempo:

  1. Abilità di gestire l’area delle azioni singole (es. fare la spesa, pagare le bollette);

  2. Abilità di gestire un obiettivo articolato (es. seguire una dieta, pagare un mutuo);

  3. Abilità di gestire un progetto (es. analisi di un investimento, il reperimento di mezzi e risorse per realizzarlo e la sua attuazione);

  4. Abilità di gestire una categoria di miglioramento (a livello personale sono salute, finanze, emozioni, relazioni; a livello professionale sono vendita, amministrazione, marketing etc.);

  5. Abilità di gestire un’area manageriale (es. personale, professionale o imprenditoriale);

  6. Abilità di gestire aree multiple di management (gestione di tutte le aree precedenti).

Terzo pilastro: abilità. Nel percorso verso la ricchezza non si può essere soli. È necessario dunque costruire una squadra, al cui vertice si trova un leader dotato di carisma, abilità, piacevolezza ma soprattutto di grandi capacità comunicative. Un grande comunicatore è, in primo luogo, un bravo ascoltatore. Infatti chi si sente ascoltato è più disponibile e si dimostra più a suo agio, condividendo così informazioni importanti. Attraverso l’ascolto, il comunicatore sa anche decifrare la mappa interna del suo interlocutore, riuscendo a prevedere ciò che per lui è più importante. Tra i presupposti della comunicazione, gli autori richiamano i principi basilari della PNL: «La mappa non è il territorio» (la realtà è diversa per ogni soggetto poiché diversa ne è la percezione), «Non si può non comunicare», «Non è importante ciò che parte ma ciò che arriva» (un buon comunicatore deve assicurarsi che il messaggio arrivi al destinatario).

Negoziare e vendere. La seconda abilità proposta, legata alla prima, è la capacità di saper vendere. Non si tratta di convincere qualcuno ad acquistare qualcosa, per es. una casa o una macchina, ma di comunicare in modo positivo le proprie capacità, di far risaltare i propri punti di forza. Non a caso capita spesso di vedere in ruoli di vertice persone reputate meno intelligenti. Un venditore non vende per forza oggetti ma stati d’animo: non è la macchina l’oggetto della compravendita ma lo status; non sono gli occhiali ma un look e una vista migliori. Il venditore è dunque anche un venditore di felicità. Gli spot pubblicitari non fanno altro che vendere stati d’animo e felicità, associando un’emozione al prodotto.


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Le 4 emozioni killer. Un’altra importante abilità che caratterizza le persone di successo è sapersi mantenere concentrate sul proprio obiettivo, nonostante le emozioni negative, che gli autori chiamano «emozioni killer», veri e propri ostacoli verso la libertà finanziaria:

  1. Frustrazione. Per far comprendere in cosa consista la frustrazione, gli autori richiamano l’esempio di chi prova a fare una serie di flessioni pur non essendo allenato. Dopo qualche ripetizione, sicuramente sentirà affaticamento ma un riposo di cinque minuti permetterà di riprendere e di continuare. Questo significa che non bisogna accontentarsi. La frustrazione porta a rinunciare all’obiettivo alla prima difficoltà e alla prima sensazione di stanchezza;

  2. Disapprovazione e rifiuto. I leader passano attraverso la disapprovazione e il rifiuto. La strada per il successo è fatta anche di questo e molto spesso è proprio a causa della paura per il rifiuto che si preferisce rinunciare e preferire una versione più «socialmente accettabile». Gli autori evidenziano anzi che «più rifiuti si ottengono e più ricchi si diventa»;

  3. Pressione. Tende ad aumentare quando il denaro diminuisce. I ricchi devono spesso gestire la pressione da parte di amici e famigliari, che potrebbero proporre investimenti poco vantaggiosi. Secondo gli autori, i ricchi che hanno imparato a gestire la pressione del denaro non pensano più a cosa possono fare con i soldi ma a che cosa le persone possono fare «attraverso» i soldi. In breve, per i ricchi il denaro «è solo uno strumento per poter essere liberi», un mezzo dunque e non un fine;

  4. L’autocompiacimento. I ricchi devono continuare a rischiare, pur essendo già ricchi. Un ricco giunge all’autocompiacimento quando si reputa il migliore e smette di rischiare. Quando subentra questo tipo di emozione, il suggerimento degli autori è provare a confrontarsi non con le persone che ci circondano ma con quelle che reputiamo migliori.

Come gestire le emozioni killer. Una volta riconosciute le quattro emozioni killer, gli autori elencano alcune strategie, adottate dalla PNL, per riuscire a gestirle al meglio e non farsi sopraffare:

  1. Dialogo interno
    È ciò che si crede di se stessi. Per diventare ricchi, il primo passo è smettere di pensare che si è troppo incapaci o troppo sfortunati per poter centrare un obiettivo;

  2. Linguaggio
    È legato al dialogo interno. Trovare scuse incolpando gli altri di una certa situazione non serve a risolvere il problema. Potrebbe esserlo invece adottare un linguaggio in cui il presupposto è che noi siamo gli unici responsabili. Questo aiuta a focalizzarsi sulle soluzioni;

  3. Convinzioni
    In primo luogo, bisogna comprendere quali parole vengono utilizzate quando si fa riferimento al denaro e capire quali stati d’animo provoca. Le convinzioni dipendono soltanto dal soggetto stesso, che deve essere pronto ad assumersi le proprie responsabilità su tutte le decisioni;

  4. Focus
    I ricchi orientano i propri sforzi soltanto su quelle aree che sono direttamente sotto il loro controllo. Ci sono infatti situazioni di cui abbiamo il controllo diretto, situazioni in cui invece non lo abbiamo e infine ci sono quelle in cui non abbiamo il controllo né diretto né indiretto ma che in qualche modo ci coinvolgono (es. i problemi ambientali, le tasse etc.).

Quarto pilastro: strumenti. Il quarto pilastro è costituito dagli strumenti pratici utilizzati dai milionari per generare ricchezza. Si tratta dei mezzi di guadagno e investimento più remunerativi e utili, ognuno dei quali costituisce una precisa area di specializzazione.

  1. La Borsa. È guardata come un forte rischio ma non è gioco d’azzardo. Le Borse Valori sono dei mercati regolamentati in cui si acquistano le azioni delle società quotate in Borsa, il che permette di diventare proprietari dell’azienda. Gli autori si soffermano a spiegare il significato di alcuni termini tecnici come azioni ordinarie, privilegiate e di risparmio, investitori istituzionali e privati, bid (il miglior prezzo offerto per l’acquisto) e ask (il prezzo minimo richiesto dal primo venditore) e opzioni call e put;

  2. Il Forex. È il Foreign Exchange Market, il mercato di cambio estero. Tra i vantaggi del Forex: liquidità e volatilità del mercato, trading ventiquattro ore e leva finanziaria;

  3. Immobili. L’acquisto di una casa costituisce un debito, eppure agli italiani appare un investimento su cui puntare. Prima di decidere quale casa comprare, bisogna valutare le motivazioni che spingono all’acquisto, le dimensioni dell’immobile e i suoi accessori, l’ubicazione e lo stato di conservazione.

Quinto pilastro: spiritualità. Il quinto pilastro considera ciò che stimola a cercare la libertà finanziaria. La ricchezza non dovrebbe essere desiderata sulla base delle aspettative di quello che si potrà fare, per es. vacanze, acquisto di beni materiali etc. Gli autori propongono un breve esercizio, un elenco in cui il lettore potrà dire che cosa farà una volta diventato ricco: «Vivere un particolare stato d’animo», «Comprare beni materiali», «Non dover lavorare», «Aiutare gli altri». La ricchezza non è però questo, non deve produrre una felicità effimera. Attraverso una serie di domande introspettive, gli autori guidano il lettore verso la comprensione di cosa cerchi in realtà dal denaro: es. «Che cosa significherebbe per voi essere ricchi?», «Che cosa fareste avendo tantissimi soldi, non potendo spenderli tutti?», «Con chi condividereste la vostra ricchezza?» etc. Fa parte del quinto pilastro anche la costruzione della propria identità, che dipende soltanto da ciò che si decide di credere per definire noi stessi.

Citazioni:

«Chi crede di aver pensato a sufficienza e imparato abbastanza galoppa verso una sempre maggiore non-consapevolezza

«Se attorno a voi ci sono persone che rinunciano ai loro progetti, obiettivi e a cose importanti per mancanza di risorse, vivete in un ambiente povero

«Per iniziare a porre le basi della nostra libertà finanziaria e poter costruire “il tempio” della nostra ricchezza, è importante fare tabula rasa di tutte le cattive abitudini e le convinzioni negative che fin dall’infanzia ci vengono inculcate sui ricchi e la ricchezza

«Le persone che pensano maggiormente ai soldi sono i poveri e non i ricchi. Se volete smettere di pensare al denaro e godere, assieme ai vostri cari, la vita al massimo, dovete diventare liberi finanziariamente

«L’aspetto fondamentale, nell’impostazione del business di un ricco, è la capacità di attrarre il denaro di terzi.»

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