L’autore presenta il suo metodo e cura l’aspetto scientifico di ciò che propone ai genitori. Insiste sull’illogicità di certe punizioni e propone semplici metodi pratici per promuovere la giusta condotta. Perché, dice, partendo dalla giusta condotta i rapporti si risanano e gli equilibri in famiglia ritornano.
Alan Kazdin è professore ordinario alla Yale University e direttore dello Yale Parenting Center e della Child Conduct Clinic. Nel 2008 è stato nominato presidente dell’American Psychological Association ed è ideatore del metodo omonimo KPMT (Kazdin Parenting Method Training).
Gli scienziati hanno rigorosamente confrontato gli effetti della ricompensa e quelli della punizione. Esistono studi specifici volti a comprendere il modo più efficace di rivolgersi a un bambino. Il metodo di questo libro è basato su test, prove e ricerche scientifiche che aiutano a capire il perché l’autore propone certe cose da fare con i figli.
Il metodo nacque nei primi anni settanta e il direttore di una clinica per bambini con problemi emotivi chiese al prof. Kazdin di aiutarlo. Da lì con vari contatti con bambini che dimostravano disturbi della condotta, Kazdin elaborò semplici azioni passo passo per aiutarli. Esistono più di 550 terapie per bambini e adolescenti in circolazione senza controllo. Non esiste un equivalente della Food and Drug Administration per approvare scientificamente certi metodi (come quelli di isolare i figli per ore per impartire una lezione) e la confusione dilaga tra i genitori. Secondo gli studi dell’autore, circa l’80% dei casi sottoposti al suo centro risponde bene al metodo ma – previene l’autore – è una questione di dettagli.

I genitori sono tali perché sviluppano questo bisogno istintivo di essere affettuosi. Il bambino si sente al sicuro e rafforza l’autostima, ed è più incline a impostare relazioni stabili con gli altri. Abbracci e coccole accrescono lo sviluppo cerebrale, quindi l’invito di Kazdin è di farlo abbondantemente.
Esistono false indicazioni e luoghi comuni che non funzionano e che l’autore vuole sfatare per iniziare e lui ne individua sette:
1. Si ripone troppa fiducia nelle punizioni, si crede che se il figlio piange o chiede scusa abbia imparato la lezione,
2. Si crede che ripetere ai figli le cose da fare all’infinito porti alla fine alla comprensione e all’apprendimento. Forse, ma sfinisce e non li rende protagonisti.
3. Si crede che spiegare al proprio figlio perché un comportamento sia sbagliato lo aiuta a cambiare.
4. Si crede che le continue lodi servono solo a viziare il bambino. Falso: lodare e nel modo corretto è uno strumento tra i più affidabili per promuovere un comportamento.
5. Si crede poi che se il figlio riesce a fare “quella cosa” per una o due volte allora è capace di farlo.
6. Si crede che i fratelli siano uguali: se uno ce l’ha fatta deve farlo anche l’altro.
7. Si crede che i figli “lo facciano apposta” per manipolare i genitori. Il bambino non fa un capriccio per attirare l’attenzione, lo impara inconsciamente ma non saprebbe spiegarlo.
Come prima indicazione l’autore suggerisce di spostare l’attenzione sui giusti obiettivi: che sono quelli da perseguire e non da allontanare. I genitori tendono spesso a dire: «Non voglio che tu piagnucoli» e non si focalizzano su ciò che vogliono che i figli facciano. Lui la chiama “la versione positiva” del comportamento indesiderato. I genitori ripetono sempre che il figlio “fa troppi capricci” che “non ascolta” e che “mi fa arrabbiare”. Così però non spiega cosa vuole.
L’autore suggerisce di seguire il metodo del rinforzo con l’acronimo ABC: A sta per Antecedente, B sta per Buon Comportamento e C sta per Conseguenza. Tutto ciò che precede l’azione, inclusi gli esempi, le disposizioni e i suggerimenti che diamo al bambino è il contesto che lo prepara ad agire. Quando poi è tempo di agire si divide il compito passo passo e si loda ogni piccolo progresso. Chiediamoci: «Il comportamento corrisponde almeno in parte alle mie aspettative?» Plasmiamo il comportamento in fasi e creiamo continue occasioni per metterlo in pratica. La conseguenza è ciò che segue ed è la lode che rinforza. L’errore più comune tra i genitori è quello di pensare troppo alle fasi B e C e trascurare la prima, l’antecedente.
Uno strumento che l’autore suggerisce di usare per promuovere la ripetizione, e quindi l’acquisizione di comportamenti utili, sono le tabelle con i punti. La tabella, se usata bene, serve a registrare e a mettere in evidenza i comportamenti positivi adottati dal bambino. Attenzione però, una tabella colorata e divertente non influisce sull’efficacia, l’autore consiglia di personalizzare senza esagerare con la stravaganza che distrae e non migliora. Fate una riga per ciascun giorno della settimana e una riga finale per il totale della settimana, in colonna scrivete una o due task da implementare, l'ultima colonna riporterà il totale degli adesivi di ciascuna giornata. Lo scopo della tabella è far acquisire al bambino le ricompense, in un certo senso “acquistare” i punti, cioè gli adesivi meritati, che dimostrano lo svolgimento corretto delle attività.

La tabella funziona se usata con il rinforzo, e se i premi sono attività meritevoli ma non costose o difficili. La tabella non funziona se accompagnata dalle punizioni e dalle privazioni. Ecco alcuni esempi di possibili ricompense adeguate all'età: per bambini fino a 5 anni le ricompense potranno essere quella di andare a un parco più lontano, montare la tenda del campeggio in salotto, fare un giro sul cavallino a gettoni, andare a letto un quarto d'ora più tardi… Ricompense per bambini dai 6 ai 12 anni potrebbero essere: dormire a casa di amici o dei nonni, un giorno senza svolgere compiti, usare il cellulare per un periodo di tempo limitato, ordinare la pizza, fare insieme i biscotti, andare al cinema, ascoltare la musica preferita, comprare qualcosa... Ricompense per adolescenti e preadolescenti possono essere: prendere lezioni di un hobby, fare una gita particolare, ricevere ricariche per la musica o altri acquisti, fare un'uscita particolare, avere un proprio telefono...
Secondo l'autore le chiavi del successo sono sei:
1. Lodare in modo specifico, contingente, immediato, frequente;
2. Non dare importanza alla disobbedienza;
3. Usare il "per favore";
4. Usare un tono di voce pacato e gentile;
5. Non dare disposizione sotto forma di domande. Non diciamo: «Perché non ti
prepari per andare a letto?», limitiamoci a osservare «È ora di andare a
letto».
6. La vicinanza fisica conta. Creiamo contatto e avviciniamoci per
parlare e dare un
messaggio, guidiamolo dolcemente con la mano, guardiamolo negli
occhi… tutto
questo aiuta.
Gli studi dimostrano che i genitori stressati hanno più probabilità di essere severi e autoritari nelle interazioni con i figli, si esprimono in modo più aggressivo, tendono a ricorrere alle punizioni corporali, sono più reattivi - cioè fanno fatica a lasciar perdere, sono meno coinvolti emotivamente. Come l'autore suggerisce di affrontare lo stress? Coltivando il proprio tempo libero, del tempo assieme al partner, gestendo una vita meno programmata, svolgendo più attività regolare in famiglia, distribuendo i compiti o chiedendo aiuto, e infine l'autore considera la psicoterapia come soluzione per incapacità di gestione della depressione e dello stress.
Citazioni:
«L’esercizio del rinforzo consiste nel mettere in pratica più volte il rinforzo positivo, fornendo al bambino ripetute occasioni per compiere l’azione corretta ed essere ricompensato.»
«Alcuni genitori di bambini con Disturbo Oppositivo Provocatorio mi hanno confessato di non amare più i propri figli come prima. Anni di dolori e conflitti hanno determinato un allontanamento emotivo. Più spesso accade che si provi un senso di frustrazione e inadeguatezza e che se ne incolpi il bambino. La scienza non può indurre ad amare qualcuno, ma può cambiare le interazioni fra le persone, ridurre l’irritabilità, la rabbia, l’amarezza e l’intenzione di offendere intervenendo sul comportamento. Non di rado gli effetti positivi sono immediati.»
«Il mio metodo è in sintonia con l'intento della psicologia positiva di “sviluppare capacità di recupero e adattamento, e insegnare a risolvere i problemi in modo efficace”».
«Procedendo a piccole tappe si raggiungono anche gli obiettivi più ambiziosi.»
«Pensate all'educazione dei figli come qualcosa di simile alla cura di denti e gengive. Il vostro dentista vi dice che dovete rispettare alcune buone abitudini: lavarli, usare il filo interdentale e via dicendo. [...] I gesti quotidiani che compiete per la vostra salute orale sono più o meno analoghi ai metodi che ho descritto in questo libro e che potete usare per affrontare i comportamenti specifici come i capricci, le scenate al supermercato o il rifiuto di fare i compiti.»
«Il successo e il fallimento sono determinati dai dettagli.»