L'intento dell'autore è quello di aiutare le persone a migliorare le loro vite, illustrare il percorso educativo dei bambini attraverso il funzionamento del cervello e offrire strumenti e strategie da applicare tutti i giorni per coltivare l'intelligenza emotiva, quella razionale, l'autocontrollo, la creatività, la memoria, l'empatia.
Alvaro Bilbao è neuropsicologo e psicoterapeuta, padre di tre figli. Insegna in varie università della Spagna, si è formato al Johns Hopkins Hospital e ha collaborato con l'organizzazione Mondiale della Sanità.
Il cervello umano possiede un'enorme plasticità e i genitori che si avvalgono di strategie come quelle presenti in questo libro possono aiutare i propri figli non solo a sviluppare buone capacità intellettive ed emotive, ma prevenire anche eventuali difficoltà nello sviluppo, come il deficit di attenzione, la depressione infantile o i problemi comportamentali.
Tuo figlio come un albero. Seguendo la piramide dei bisogni di Maslow, l’autore ci dice che ogni essere umano è programmato per conquistarsi autonomia e felicità. Maslow, padre della psicologia umanistica, sosteneva la tesi per cui l'essere umano ha la naturale tendenza al pieno sviluppo. Realizzare il proprio potenziale significa trovarsi bene con altre persone, sentirsi bene con sé stessi e riuscire a raggiungere uno stato di armonia e piena soddisfazione. Proprio come un albero, e seguendo la piramide dei bisogni di Maslow, anche noi abbiamo bisogno di condizioni minime e requisiti basilari per crescere e svilupparci: sicurezza, bisogni fondamentali di alimentazione, riposo e igiene, l'amore dei genitori, spazio per crescere e quindi la fiducia dei genitori, stimoli per crescere come i rami della pianta che raggiungono i raggi del sole.

Goditi l'attimo. Essere genitori è molto più di una responsabilità, è un privilegio. Quando siamo neo-genitori non facciamo che pensare alla perdita di libertà, alla stanchezza o alla frustrazione. Invece vogliamo cogliere l'attimo e godere dell'attimo. Portare a letto un figlio addormentato significa che si sente sicuro tra le nostre braccia… Arrivare in ritardo al lavoro per raccogliere pigne lungo la strada andando a scuola vuol dire che abbiamo assaporato un momento magico insieme. Il cane percepisce il mondo attraverso gli odori, il pipistrello tramite i rumori, il mondo delle api è fatto di impulsi elettromagnetici. Il bambino coglie il mondo attraverso le emozioni, il gioco e l'affetto. Pertanto il gioco è la chiave per favorire lo sviluppo intellettivo ed emotivo del bambino. Il cervello del bambino è progettato per imparare in questo modo.
Il nostro cervello è diviso in tre parti: rettiliana, emotiva, razionale. Fino al primo anno di vita, i genitori s’interfacciano con la parte più primitiva del cervello del bambino e soddisfano i bisogni primari. Nel primo anno di vita la parte emotiva del cervello convive con quella rettiliana e i genitori cominciano a dialogare con i bambini sia per soddisfare gli istinti più primitivi sia per colmare le sue necessità emotive di amore e sicurezza. Dal terzo anno, la parte razionale del bambino subentra e convive con la parte emotiva. Il bambino controlla i suoi istinti fondamentali e si lascia guidare dalla ragione, dall'intuizione e dalla volontà. Ciononostante, ha ancora bisogno di grandi dosi di affetto e comprensione per quei momenti di stanchezza in cui il cervello rettiliano prende il sopravvento sui comportamenti.
Come motivare la condotta del bambino?
1. Dai il buon esempio: le giovani zebre fuggono dai leoni semplicemente perché lo fanno tutte le altre zebre. Il cervello umano dispone di un circuito di neuroni preposto ad apprendere tramite osservazione: i neuroni specchio. I genitori e gli insegnanti hanno la responsabilità di educare con l'esempio, possiamo sfruttare questa opportunità a nostro vantaggio. Senza aspettarci la perfezione, possiamo mostrare ai nostri figli la migliore versione di noi stessi.
2. Rinforziamo i comportamenti positivi. Rinforzare significa ricompensare. L'aspetto più interessante di un rinforzo non è il premio, ma ciò che succede nel cervello quando questo viene gratificato. La vera ricompensa è il sentirsi soddisfatti e apprezzati, se riusciamo a far arrivare questo messaggio ai nostri figli siamo riusciti a motivarli al meglio. I rinforzi emotivi o sociali sono molto meglio delle ricompense materiali: se tuo figlio ubbidisce non premiarlo con qualcosa, premialo mostrando la tua soddisfazione e compiacenza. Le ricompense veramente efficaci sono il passare del tempo insieme, il mostrare fiducia e l’affidare responsabilità, dire che ha fatto bene, fargli dei complimenti, ringraziarlo. I rinforzi si concedono dopo che il bambino ha già fatto qualcosa di rilevante: meglio dire «Hai sparecchiato così bene la tavola che stasera leggeremo due favole» piuttosto che dire «Se sparecchi bene la tavola leggeremo due favole». Quando fai un rinforzo, fallo bene e non dire frasi che poi ritratti: «Sei stato molto bravo, ma puoi fare di meglio». Oppure «Ti sei vestita da sola, non come le altre volte».
Perché i castighi non funzionano? Immagina il cervello di tuo figlio come un vecchio treno con due locomotive a vapore, una ad ogni estremità. La prima locomotiva rappresenta i comportamenti positivi, mentre la seconda i comportamenti negativi. Adesso immagina che ogni commento che fai a tuo figlio sia come un tronco di legno. In quale delle due caldaie vuoi mettere la legna? I castighi non funzionano perché insegnano al bambino una modalità relazionale scorretta. Il bambino potrebbe pensare che solo così attira l'attenzione. I castighi favoriscono la comparsa del senso di colpa e una valutazione negativa su di sé. Al posto dei castighi usa le conseguenze e i limiti. Una conseguenza è che non si può tirare fuori un gioco se non si rimette a posto quello precedente. Un limite è fatto apposta per evitare il verificarsi di cattivi comportamenti. I limiti dimostrano le necessità e i desideri dei genitori, ed è meglio stabilirli da subito affinché il figlio capisca che nella vita i limiti sono normali. I limiti sono per esempio: lo stare fermo quando gli si cambia il pannolino, aspettare per essere allattato quando si torna a casa entro soli dieci minuti... Poni limiti con coerenza con tranquillità, con fiducia e con affetto.

Cos'è l'empatia? L'empatia è diversa dalla simpatia, simpatizzare significa condividere, provare empatia significa capire nonostante si possa avere un'altra opinione. L'empatia può servire ad aiutare il bambino a calmarsi, a capire se stesso. Le risposte empatiche attivano una regione del cervello confinante tra la parte razionale e quella emotiva, nascosta in una piega profonda: l'insula. L'insula gestisce le interpretazioni dei segnali corporei, l'identificazione delle emozioni, la sperimentazione di emozioni come amore, disgusto, odio o tristezza. I genitori in grado di capire con precisione i propri sentimenti saranno senza dubbio avvantaggiati nell'affrontare l'educazione emotiva dei figli.
I sentimenti non possono essere definiti buoni o cattivi. Esistono così tanti altri aggettivi e tante altre sfumature. Invece di dire: «Non puoi odiare tuo fratello. Devi volergli bene.» prova con «Certo, ti fa arrabbiare che la mamma passi molto tempo con il piccolo Pietro, vero? Ti manca passare più tempo con la mamma.» Invece di dire «Maria, Calmati. Al parco ci andremo un altro giorno.» prova con «Oh, che rabbia, vero? Avevi tanta voglia di andare al parco.»
Come creare legami?
1. La vera unione di una famiglia non nasce dai legami di sangue, ma attraverso l'affetto e il rispetto reciproco.
2. Il neonato si sente tranquillo e sicuro quando il suo cervello sa cosa sta per succedere. Le routine contribuiscono in grande misura a questa sensazione nell'animo del bambino.
3. Non ordinare ma intrattieni conversazioni impostate sul rispetto e la reciprocità, fallo sentire una persona di valore. Molti genitori non fanno altro che ordinare: finisci il latte, metti le scarpe, non picchiare tuo fratello, non toglierti le scarpe. Dagli fiducia e fallo sentire responsabile.
L'insula, quella parte del cervello che crea dialogo tra il cervello razionale e quello emotivo, interpreta anche gli stimoli olfattivi e gustativi repellenti, provocando una sensazione di disgusto. Da pochi anni si è scoperto che questa stessa regione si attiva di fronte a falsità o ingiustizie. Il nostro cervello interpreta le ingiustizie e le falsità come il disgusto. Nel rapporto genitore/figli vediamo quindi di non dire bugie e di impegnarci a rispettare i patti considerando una priorità mantenere le promesse.
La corteccia cerebrale è divisa in due emisferi: il sinistro che è più razionale è il destro che è più intuitivo. Ed è proprio nell'emisfero destro che rimangono impresse le scene traumatiche. I militari di ritorno dalla guerra rivivono flashback degli attacchi sotto forma di immagini che non sono riusciti ad elaborare. Nell'emisfero destro più intuitivo e visivo sono presenti sotto forma di immagini e sensazioni. Noi possiamo aiutare i nostri figli a ridimensionare situazioni paurose e traumatiche. Parlare di ciò che ha visto e sentito permette all'emisfero sinistro, specializzato nei processi linguistici, di entrare in comunicazione con l'emisfero destro e collaborare: questo processo viene chiamato “integrazione dell'esperienza traumatica”.

Che cos'è l'assertività? È la capacità di una persona di dire quello che pensa in modo rispettoso e per farsi rispettare. L’assertività è una caratteristica evidente nelle persone con una buona fiducia in sé stesse. Le persone assertive di solito sono leader nati e fanno sentire a proprio agio chi li circonda. Se un bambino vede un genitore affrontare i conflitti con chiarezza e rispetto svilupperà lo stesso stile di comunicazione. Ecco alcuni esempi: «Grazie ma oggi non ho voglia di andare al parco», «Mi scusi c'eravamo prima noi in fila», «Ora dobbiamo proprio andare, ci ridà il gioco per favore?»
Martin Seligman è il celebre psicologo divenuto famoso grazie a una teoria rivoluzionaria sull’origine della depressione. La capacità di tollerare la frustrazione sembra immunizzare dalla depressione, oggi i bambini sono sempre meno esposti a situazioni frustranti rispetto a noi e ai nostri genitori. Il modello di gratificazione istantanea di oggi sta provocando gravi conseguenze per la salute mentale nei nostri bambini. Ecco cosa fare:
- Allenare la frustrazione,
- Evitare di soddisfare tutti i suoi desideri nell'immediato,
- Fargli capire che “no” è una parola normale,
- Aiutarlo a coltivare la pazienza,
- Dirigere la sua attenzione verso il positivo,
- Coltivare il sentimento della gratitudine,
- Aiutarlo ad appassionarsi ad attività gratificanti.
La Mindfulness è la capacità di prestare piena attenzione al momento presente.
L'intelligenza è la capacità di risolvere i problemi nuovi e adattarsi
all'ambiente.
L'attenzione è la finestra attraverso la quale comunichiamo con il mondo. Aiutiamo i
nostri
figli a sviluppare un'attenzione come le seguenti descritte dall'autore:
- “Attenzione ampia” all'opposto dell'attenzione rapida e veloce dei videogiochi, l'attenzione ampia è mindfulness e rilassamento,
- “Attenzione lenta” è importante concentrare l'attenzione per un tempo lungo se necessario, come fare una mappa mentale, tracciare righe dritte, concludere un gioco,
- “Attenzione tranquilla”, riordinate il tavolo di lavoro, spegnete la televisione per studiare e parlare, scegliete momenti tranquilli e dedicati.
Citazioni:
«Educare non è altro che sostenere il bambino nel suo sviluppo cerebrale, affinché un giorno quel cervello gli permetta di essere autonomo, di raggiungere i suoi obiettivi e di sentirsi bene con sé stesso.»
«Il periodo più importante della vita non è quello dell'università, Ma il primo in assoluto: dalla nascita ai 6 anni di età.» (Maria Montessori)
«Tuo figlio ti guarderà come un modello. mostragli come agisce la migliore versione di te stesso.»
«I genitori hanno maggiori opportunità di fare la cosa giusta con i figli rispetto a qualunque altro periodo storico. [… ] Purtroppo, abbiamo anche maggiori opportunità di sbagliare. Per esempio, in soli due decenni il numero di bambini che assumono medicinali per disturbi neurologici o psichiatrici è aumentato di sette volte.»
«Per la mia esperienza, non c'è da stupirsi che la chiave del potenziale cerebrale del bambino risiede nel rapporto tra genitori e figli. Per il cervello umano non esiste stimolo più complesso di un altro essere umano.»
«Il bambino deve capire che "no" è una parola normale, perché la sentirà spesso nella vita.»