Le due autrici parlano ai genitori per imparare ad ascoltare veramente gli intenti dei figli e per farsi capire da loro, mettendosi al giusto livello comunicativo con rispetto. Questo libro insegna al genitore come comunicare senza punire e con le giuste regole, come promuovere l’autostima e aiutare i nostri figli ad affrontare i loro sentimenti.
Le autrici Adele Faber e Elaine Mazlish sono esperte in comunicazione genitori-figli e questo libro è considerato la bibbia dei genitori. Adele Faber è laureata in arte drammatica e ha conseguito una specializzazione in pedagogia, ha insegnato nelle scuole di New York per otto anni. Elaine Mazlish, laureata in arte drammatica, ha diretto i programmi per l’infanzia di vari importanti istituti newyorkesi. Allieve dello psicologo Haim Ginott, impararono da lui il rispetto e la comunicazione per il bene dei bambini.
Esiste una connessione diretta tra il procedimento con cui i bambini provano sentimenti e quello con cui si comportano. Quando i bambini sentono nella giusta maniera, si comportano nel modo giusto. Molto spesso i genitori negano o sminuiscono i sentimenti dei figli. Mettersi nei panni dei propri figli aiuta a connettersi, a vedere le cose dal loro punto di vista e a rispettare ciò che cercano di condividere con noi. Se dice di essere stanco, il genitore può riconoscere questa sua affermazione – anche se la crede improbabile – e avvalorare ciò che il figlio dice. Il genitore che nega automaticamente o che cerca di spiegare “come vanno le cose nella vita” ha perso un’occasione. Adele e Elaine consigliano di ascoltare attentamente ciò che dicono i figli, riconoscere i sentimenti, dare un nome ai sentimenti, ammettere i loro desideri anche se resteranno tali.

Accettare i loro desideri, anche se non si possono accontentare sul momento, riconosce il desiderio del bambino e le buone intenzioni del genitore che vorrebbe aiutare ma proprio non può, almeno adesso. Uno dei fumetti che raccontano scenette all’interno del libro riporta di questo bambino che per colazione voleva i pan di stelle e la madre avvalora il desiderio stando al gioco: «Vorrei averne un po’ per te. Li vuoi veramente. Vorrei avere una bacchetta magica adesso per dartene un po’». Il bambino che si sente capito sarà più propenso a ripiegare su un altro tipo di colazione.
Come ricercare collaborazione nei figli? Anziché usare il sarcasmo, l’attacco, il vittimismo, le ramanzine, gli insulti o le minacce è più semplice “descrivere” il danno: «L’acqua esce dal lavandino.», «La luce è accesa in bagno». Oppure è importante “informare” i figli per come funzionano le cose: «Il latte va in frigo altrimenti va a male», «Ho bisogno per preparare la tavola». Altra dritta è quella di parlare di meno, niente ramanzine ma “indicazioni”: «Pigiama, letto.»
I bambini imparano a comportarsi se noi spieghiamo loro cosa non ci piace: «Non mi piace che qualcuno mi tiri la maglietta», «Mi sento frustrata se inizio qualcosa che poi non riesco a finire», «Non mi piace quando mi si dice che devo fare qualcosa». Non il sarcasmo ma un po’ di umorismo fa sempre bene per insegnare sdrammatizzando! «Ciao sono la Televisione, hai finito i compiti?»
Come evitare le punizioni? Alcuni genitori pensano che le punizioni siano inevitabili, altri si sentono in colpa per averle usate con i figli. Cosa fare? I bambini non dovrebbero essere puniti: per imparare la lezione dovrebbero sperimentare le conseguenze dei loro atti. Le simulazioni ci vengono in aiuto, simulate il capriccio in negozio e invertite le parti, fate vedere e sentire ai bambini cosa accadrebbe se… Se un bambino si comporta male al supermercato, la prossima volta che mi chiede di venire gli risponderò di no e gli chiederò se ha capito il motivo del rifiuto.
Quando il bambino sta facendo qualcosa che non va è necessario dirlo in modo chiaro, prendendosela con il comportamento e non con il bambino. Anziché aspettarci che i nostri figli siano perfetti “fermi e immobili”, coinvolgiamoli. Non devono fare tutto quello che chiediamo loro, cerchiamo un punto di incontro, proponiamo alternative. Prevedere i danni resta il modo migliore per evitare poi le punizioni.
Un altro modo per evitare di punire è preparare i figli alle nostre aspettative: «Mi aspetto che poi metti in ordine», «Mi aspetto che finito il cartone tu spenga la televisione senza che io te lo ricordi». Se non sanno come rimediare, mostriamo loro come asciugare acqua rovesciata, scopare le briciole del pane per terra in cucina, pulire le righe di pennarello dal divano in salotto.
Come si promuove l’autonomia nei bambini? E dove sta il limite tra autonomia e permettere loro troppa libertà o rischiare che si facciano male? Guardiamoci attorno, se altri bambini della stessa classe si allacciano le scarpe e noi lo facciamo ancora per loro, asteniamoci: la dipendenza nelle cose pratiche porta a sentimenti di dipendenza. Lasciamo che i bambini facciano delle scelte, mostriamo rispetto per i loro sforzi, non facciamo mille domande pressanti, non affrettiamoci a risolvere i loro problemi.

Come si loda senza pompare un bambino? Non dare valutazioni che esprimono solo il tuo giudizio o punto di vista, fai delle lodi descrittive, descrivendo nello specifico cosa è (obiettivamente) interessante: «Vedo che qui è stato fatto un bel po’ di lavoro. Tutte le costruzioni sono negli scaffali, i dischi negli astucci…» Descrivi anche come questo ti fa sentire «È un piacere entrare in una camera così ben ordinata» e trova un nome a questa cosa ben fatta «Questo io lo chiamo prendere le cose in mano», «Questa è perseveranza», «Questo si chiama prendere l’iniziativa».
Basta con le etichette: monello, lamentoso, timido, lento, inaffidabile, pasticcione, goffo… Mostriamo loro cosa è meglio fare, diamo loro occasioni di agire in modo corretto. Sottolineiamo quando si comportano correttamente, anche se è ancora un evento raro. Parliamo bene di loro con gli altri e in loro presenza. Ricordate loro quando hanno fatto cose belle, utili, importanti, corrette… E quando ripropone un comportamento sbagliato, prendiamocela con il comportamento e non con il bambino (e senza etichette).
Citazioni:
«Prima di avere figli ero una mamma fantastica.»
«I bambini non hanno bisogno che qualcuno provi quello che stanno provando, hanno bisogno che qualcuno riconosca ciò che sentono.»
Siate di modello per il comportamento che vorreste da loro. "Non è divertente perdere, preferirei vincere. Oh be', la prenderò sportivamente. Congratulazioni."»
«C'è qualcosa che finora avete fatto per vostro figlio e che lui o lei potrebbe cominciare a fare da solo?»
«Essere dispiaciuti significa cambiare qualcosa.»
«Evitate il genere di lodi che allude a una debolezza o a fallimenti del passato.»
«Proponete un'alternativa. "Puoi prendere in prestito i miei attrezzi e poi restituirli, oppure rinunciare ad usarli. Scegli tu."»
«Madre e figlio potrebbero fare delle prove a casa in un "finto" negozio, attrezzato come una scena teatrale. Mentre "recitano" insieme, la mamma può ribadire i punti più delicati del comportamento corretto al supermarket.»